Di Ciccio De Leonardis
Di questo campionato di Prima Categoria vogliamo evidenziare oltre alle prestazioni agonistiche, la capacità di accoglienza e integrazione dell’U.S. San Vito 1923. Infatti, già nel passato la società di calcio locale si è distinta, per essere stata da esempio nell’accoglienza dei rifugiati o profughi. Di questi momenti di storia calcistica, ampiamente e dettagliatamente furono trattati dal periodico della stessa società “Il Biancoverde” qualche tempo fa.
Rinverdendoci la memoria ricordiamo che alcuni esuli Istriani, ospiti nel Collegio Tommaseo a Brindisi, che scappavano dagli orrori della guerra e dalle successive “pulizie etniche”, vestirono la casacca biancoverde. In seguito onorarono la casacca biancoverde anche gli slavi ospiti a centro d’accoglienza di Ristinco negli anni 60 con prestazioni eccellenti indelebile ricordo di molti adulti. Adesso, a distanza di anni, la storia si ripete, fra le file del San Vito giocano alcuni ospiti del C.A.S. (centro di accoglienza straordinaria) provenienti dalla Costa D’Avorio e dalla Guinea.
Le prestazioni tecniche/agonistiche passano in secondo grado a fronte dei sorrisi, alle gioie, al piacere di sentirsi accolti ed essere parte integrante di una comunità traspare in Camara Soulayman, Omar Balokoma, Aboubacar Keita e Mamady Bangoura, quest’ultimo proveniente dalla Guinea gli altri dalla Costa D’Avorio. Un gran compiacimento dei dirigenti e tutto l’ambiente calcistico sanvitese; bellissimo esempio che tutta la nostra comunità dovrebbe emulare dimostrando con i fatti l’umanità che si balbetta sui social. Ancora grazie alla società biancoverde che consegue progetti che hanno come fine “il calcio dei valori”!