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Assolti due dirigenti per la vicenda Torre Guaceto

Si è concluso venerdì 15 febbraio – con sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” – il processo a carico di due dirigenti della Regione Puglia e di due responsabili della società Acquedotto Pugliese S.p.A., accusati a vario titolo di aver alterato le acque dell’oasi marina protetta di Torre Guaceto.

Ciò sarebbe avvenuto – secondo l’ipotesi accusatoria – attraverso lo scarico in mare dei reflui prodotti dal depuratore consortile del comune di Carovigno all’interno del Canale Reale, il quale sfocia nella zona A: l’area maggiormente tutelata, protetta e regolata dai divieti più rigidi.

Un successo firmato dagli avvocati Michele Laforgia e Giovanni Orfino dello Studio Polis Avvocati di Bari, i quali hanno patrocinato la difesa dell’Ing. Andrea Zotti, Dirigente pro tempore dell’Ufficio Attuazione e Gestione della Regione Puglia all’epoca dei fatti.

L’avvocato Michele Laforgia

All’esito di un dibattimento durato quasi tre anni – dichiarano i legali Laforgia e Orfino – il giudice monocratico del Tribunale di Brindisi, dott. Ambrogio Colombo, ha assolto tutti gli imputati per insussistenza del fatto, evidentemente ritenendo che, come dimostrato dalle difese e dai fatti, non vi sia stata alcuna alterazione dell’habitat all’interno della riserva marina protetta”.



L’accusa riteneva che lo sversamento dei residui prodotti dall’impianto (che serve i Comuni di Carovigno, San Michele Salentino e San Vito dei Normanni) all’interno del Canale Reale e, per l’effetto, nelle acque della riserva marina di Torre Guaceto, sarebbe avvenuto in violazione del divieto di modificazione delle caratteristiche dell’ambiente marino protetto, sancito dall’art. 19 della Legge n. 394/1991 (‘Legge-quadro sulle aree marine protette’).

Ai dirigenti della Regione Puglia, in particolare, veniva contestato di aver redatto – su richiesta di AQP – la determina n. 136/2014 con cui fu autorizzato lo scarico dei rifiuti nel Canale Reale, e quindi, in violazione della normativa di settore, di non aver impedito alla società AQP di alterare le acque della Riserva marina di Torre Guaceto.


L’avvocato Giovanni Orfino

L’ing. Zotti – concludono Laforgia e Giovanni Orfino – ha concesso un’autorizzazione provvisoria all’esclusivo fine di impedire il protrarsi di una situazione di inquinamento conclamato, costituita dallo sversamento in falda dei liquidi fognari, oltre che porre fine all’infrazione comunitaria risalente al 2012, consentendo il funzionamento di un impianto di ultimissima generazione in grado di assicurare un impatto ambientale pari a zero”.

Nel corso del dibattimento, infatti, i legali hanno dimostrato come non vi è stata alcuna ‘alterazione’ delle acque, non essendosi verificato alcuno sforamento rispetto ai severissimi parametri previsti dalla normativa di settore. In più hanno evidenziato come i Dirigenti della Regione Puglia siano stati ‘costretti’ dalla necessità di fronteggiare una situazione contingente ad adottare l’unica soluzione materialmente possibile, per un periodo limitato, in attesa della condotta sottomarina che – come previsto dal progetto originario – porterà le acque in mare aperto.


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