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Chiarimenti sull’occupazione temporanea del suolo pubblico

Negli ultimi giorni si sta assistendo ad un dibattito, innescato dalla elevazione di sanzioni amministrative, sull’occupazione temporanea del suolo pubblico da parte degli esercizi commerciali.

Si precisa che la gestione degli spazi è definita dal “Regolamento per le occupazioni di suolo pubblico che incidono sul decoro urbano”, facilmente scaricabile dal sito istituzionale del Comune, che all’art. 2 disciplina “[l’]occupazione del suolo pubblico, di aree private soggette a servitù di pubblico passaggio o di aree private che abbiano affaccio su aree pubbliche, con strutture mobili e elementi di arredo urbano a carattere temporaneo (dehors) per un periodo complessivo non superiore a 300 gg nell’arco di un anno”.



Sempre lo stesso regolamento specifica all’art. 26 che è considerata abusiva l’occupazione “non rimossa alla scadenza oppure a seguito di revoca, decadenza o annullamento dell’atto di concessione” e chiarisce che “l’occupazione abusiva è accertata da un pubblico ufficiale, che procede alla contestazione dell’abuso e all’applicazione delle relative sanzioni amministrative pecuniarie

Come si evince in maniera inequivocabile dalla lettura del Regolamento, che rammento è stato approvato nel 2012 dal Consiglio Comunale e successivamente integrato dallo stesso nel 2016, quello che sta avvenendo in questi giorni è la naturale conseguenza dell’applicazione delle regole – dichiara l’Assessore alle Attività Produttive Domenico Maglioladispiace constatare che ci sia qualcuno che invita espressamente a chiudere un occhio di fronte alla reiterata violazione di una norma. Ricordo a tutti che le sanzioni e il rischio di rimozione coatta era ribadito in maniera inequivocabile. Sulle regole non si può transigere, verremmo meno al nostro dovere istituzionale. Si sta valutando in Commissione la modifica del regolamento. Le proposte, su cui alcuni componenti della minoranza hanno manifestato una legittima contrarietà, non giustificano chi avrebbe dovuto rimuovere le strutture alla scadenza del trecentesimo giorno. È oltremodo diseducativo e deprecabile – conclude l’Assessore – attaccare chi garantisce il rispetto della legalità facendo il proprio dovere”.


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