domenica, Dicembre 22, 2024
San Vito dei Normanni

Un anno fa ci lasciava Lorenzo Caiolo

Di Maila Cavaliere

“Io sono stato Omero; tra breve, sarò Nessuno, come Ulisse; tra breve, sarò tutti: sarò morto.”( J. L. BORGES)

Pur non essendo animata da una fede forte e coriacea, vengo portata a forza dalle gambe alla veglia per Lorenzo che si è svolta Lunedì 15 aprile scorso nella chiesa di San Domenico. 
D’altronde deve esser vero, come ha detto Don Tonino Bello, che “Dio è presente nel cuore di tutti, se non come presenza, almeno come nostalgia.”
Ci vado per ricordare, in questo inizio di Settimana Santa, anche il suo giovedì di Passione.
Ci vado per rinnovare ancora nel silenzio e nella preghiera il mio affetto per lui, per unirmi provvisoriamente al banchetto allestito in suo onore, per sedermi accanto ad altri che gli hanno voluto bene, per nutrire la mia anima delle sue parole e delle sue letture preferite, per rammentare nell’eco delle voci e dei silenzi i suoi scoppi di risa e i “grazie assai”.



E così, in questa comunità di intenti che mette pace al cuore, mi sembra quasi di vederlo salire, sollevare gli occhiali e avvicinare la testa al libro per leggere, con i suoi occhi miopi, parole per noi.
Sì. Eravamo convenuti in questo luogo per ricordare Lorenzo e la sua infinita pazienza nell’imbastire reti di relazioni, nel far incontrare gente, culture, nel fare dei suoi ragazzi, anche degli ultimi, i protagonisti del proprio sapere, nell’essere pervicacemente ostinato a procedere controvento e senza spinta, con l’umiltà di chi governa solo col suo remo la barca della vita.
E invece Lorenzo è venuto qui, a consolarci del non essere tra noi, a ricordarci con Rodari e Don Tonino Bello in  che direzione andare, a farci provare desiderio e nostalgia di una pizzica amara che colpisce i sensi.
Bravo Lorenzo, tu, così miope e così visionario, lungimirante, ci insegni ancora dalla distanza che hai messo tra te e noi che solo in gruppo si può stare, che non c’è traguardo che non si raggiunga insieme, che non c’è emozione che non vada condivisa, che non c’è GRAZIE senza qualcuno a cui dirlo.


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