Di Ciccio De Leonardis
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Francesco D’Ignazio, calciatore sanvitese che quest’anno festeggia la sua ventesima stagione da protagonista con la maglia della propria città.
Il capitano indossa con orgoglio la maglia sanvitese sin da giovanissimo, una carriera in biancoverde e con la particolarità di aver partecipato alle varie competizioni a cavallo di due secoli.
Francesco esordisce nelle fila dell’U.S.San Vito nella stagione 1998/99 in Prima Categoria. Il tecnico dell’epoca, mister Falcone, lo schiera nella prima giornata di campionato schierandolo titolare nel ruolo di esterno sinistro basso. Anche quest’anno è il direttore della difesa biancoverde con il piglio e la passione di un esordiente.
Caro Francesco possiamo provare a fare un bilancio della tua carriera? Raccontaci un po’ delle tue esperienze in campo.
Che dire, sono felicissimo di riuscire a dare ancora il mio contributo alla causa. Non rimpiango nulla, non posso che essere orgoglioso di aver indossato per 20 anni la gloriosa maglia biancoverde e ora ho l’onore di essere anche il capitano; nel corso degli anni tante soddisfazioni, con i vari compagni che si sono succeduti abbiamo raccolto tante soddisfazioni, le più belle ovviamente le vittorie del campionato e alcune amare delusioni che sono servite a farci accettare la sconfitta e di conseguenza a renderci più forti e motivati nelle stagioni successive. Avrei tantissimi aneddoti da raccontare ma tra le mie esperienze in campo ricordo con molto piacere tutte le sentitissime gare disputate contro i “cugini” del Carovigno o Ostuni; il derby non è una partita come le altre, quella sana rivalità calcistica che le rende uniche e che per questo motivo ti assorbe tanto mentalmente e fisicamente durante la settimana di preparazione al match.
Chi fra i dirigenti o allenatori che hai avuto meritano una menzione particolare e perché.
Senza ombra di dubbio il dirigente, anche perché è stato ed è il presidente, l’avv. Antonello Trizza merita il primissimo posto per i ringraziamenti; una persona eccezionale, grazie ai suoi tanti sacrifici e passione il calcio continua a San Vito da decenni ormai, basti pensare che è con lui al timone che ho iniziato la mia carriera in biancoverde. Con i tecnici ho avuto un ottimo rapporto con tutti, se devo sceglierne qualcuno dico che sono particolarmente affezionato a mister Vito Sabatelli, col quale siamo riusciti nella grande impresa di vincere il campionato di prima categoria e disputare le partite interne al campo sportivo stracolmo di numerosi di tifosi; un plauso mi sento di farlo anche all’attuale mister Giovanni Monna che in questi ultimi tre anni, con tantissimi problemi logistici sta cercando di onorare al meglio e portare in alto i colori biancoverdi.
Il calcio ha inciso nella tua formazione culturale? E come?
Di certo il calcio mi ha fatto capire tante cose, la più importante è il rispetto verso gli altri. Condividere lo spogliatoio con altre 20 persone, tutte con il proprio modo di pensare, ti aiuta sicuramente a sviluppare un modo corretto di relazionarti con gli altri e inevitabilmente quindi anche ad avere rispetto delle persone.
A fronte della tua ultra ventennale esperienza cosa consigli ai giovani calciatori?
Ai giovani consiglio di non perdere mai la voglia di divertirsi e di coltivare la passione per il calcio. Andare in campo deve essere una gioia, rispettare i compagni e gli avversari; ovviamente con il sacrificio durante gli allenamenti si migliora e si ottengono i risultati.
Cosa è cambiato nel calcio in questi vent’anni?
Nel tempo il calcio ha subito alcune trasformazioni tattiche, l’agonismo e la velocità hanno preso il sopravvento sulla tecnica, ma per me restano fondamentali sacrificio e passione.
Qualche anno fa, anche per problemi fisici, hai tolto la maglietta e hai indossato gli abiti di dirigente per poi tornare a giocare. Le tue considerazioni.
Il ruolo di dirigente è un ruolo molto delicato, non è per niente banale affrontare tutte le situazioni che si vengono a creare durante la stagione; le difficoltà non mancano ed è per questo che oltre ad essere essenziale la presenza di persone che danno il loro contributo fuori dal campo, allo stesso tempo io che ho avuto modo di viverla questa esperienza vi dico che è sicuramente interessante ma allo stesso tempo abbastanza difficile da svolgere.
Per quanto riguarda il calcio hai ancora un sogno nel cassetto? E per il tuo personale futuro?
Si, ho ancora un sogno, ritornare a vedere giocare il San Vito sul terreno dell’E.M.Citiolo con molti tifosi sulle tribune, come una volta. Personalmente mi auguro un felice futuro con la mia famiglia. Voglio ringraziare voi per questa opportunità che mi avete concesso e saluto i tanti appassionati sanvitesi che nella mia ventennale esperienza hanno seguito la squadra del San Vito e ci sono stati vicino con il loro fantastico supporto!