Servizio e foto di Maila Cavaliere
Questa due giorni tra Acciaroli e Pollica per partecipare alla Festa della Speranza è stata un’occasione importante per comprendere meglio la storia e l’eredità del Sindaco pescatore.
Ho incontrato comuni cittadini, amministratori e sindaci venuti da tutta Italia a chiedere Verità e giustizia per Angelo Vassallo.
Ho parlato con la ex presidente della pro loco di Pollica. Olimpia racconta l’ammirazione di ragazzina per questo giovane che aveva un rapporto privilegiato con il mare, lo stupore per la sua prima candidatura a sindaco e la fiducia ben riposta in lui. Con un sorriso aperto ci spiega del Castello Capano acquisito dal sindaco per farci anche una foresteria per i giovani che venivano a studiare la Dieta mediterranea di Ancel Keys, delle grandi e folli idee di Angelo come quella dei loculi vista mare con la filodiffusione, andati a ruba, della scuola brutta e degli alberi che ha fatto piantare per ingentilirla ma che non ha visto crescere. Ci dice del muro vecchio e scrostato di un’abitazione privata, della proprietaria che non poteva ripararlo e del dono che Angelo le ha fatto di una bouganvillea per nascondere quella brutta vista. Di quando, sulla porta del Comune, appena la vedeva arrivare le chiedeva: quanto ti serve? Fai, fai che po’ li troviamo, i soldi. Cose così, semplici come lui.
E poi qualche nota dissonante come le parole di Don Maurizio Praticiello che chiede, in mezzo a tante persone venute da tutt’Italia, dove sono tanti abitanti del posto. Al sindaco Pisani, che dice di non voler continuare a essere il Sindaco del paese dove è stato ucciso il primo cittadino, noi vorremmo dire che abbiamo fatto tanti km per venire nel paese di Angelo Vassallo, quello di cui lui per primo dovrebbe andar orgoglioso.
La comunità non vuole sentirsi dire che ci sono state omertà, criminalità, infiltrazioni camorristiche?
C’è invece Francesco Tosi, sindaco di Fiorano modenese, che ha dedicato uno spazio ad Angelo Vassallo e ha dato la cittadinanza onoraria a Dario, suo fratello, proprio per far comprendere ai suoi concittadini che in Emilia Romagna esistono sacche di infiltrazioni malavitose e che bisogna guardarsene. Punti di vista.
La salita che dal porto conduce al luogo dell’omicidio è dura, ripida anche se appena fuori dal paese.
Dovrebbero farla tutti gli amministratori per sentire nel fiato grosso e nel tremolio delle gambe la fatica di fare il sindaco alla sua maniera.
E tutti dovrebbero chiedersi come hanno fatto 9 colpi di pistola senza silenziatore a rimanere inascoltati.
Avrà sbagliato qualcosa, Angelo, questo è certo. Mica era un eroe, né si vuole santificarlo. “Chi non fa non sbaglia”, gli piaceva dire.
“Gli eroi son tutti giovani e belli”, cantava Guccini e invece lui era un uomo di 57 anni che voleva solo continuare a vivere e ad amministrare onestamente, a curare il suo paese, a passeggiare con Fortunella e a denunciare che se si prendono soldi per costruire qualcosa, una strada per esempio, poi bisogna costruirla davvero.
A chi ha giovato la sua morte? Dario Vassallo chiede che una Commissione parlamentare venga aperta. Noi siamo con lui.
Le note del silenzio e quelle della conchiglia di Raffaele chiosano con emozione, la pervicace richiesta di VERITÀ.