Acias: “Azzerare le tasse locali ed incentivi per il commercio”
Mettere in campo misure idonee a sostegno delle attività commerciali. E’ quanto chiede l’Acias “Libero Grassi”, la locale associazione dei commercianti, imprenditori ed artigiani in una lettera protocollata questa mattina ed inviata al sindaco Domenico Conte, all’assessore alle attività produttive e all’intero consiglio comunale. Tra le richieste avanzate la cancellazione, per tutto il 2020 dei tributi e tasse locali per tutte le aziende costrette a stare chiuse a causa della pandemia da Covid-19 e che subiscono gli effetti negativi del lockdown.
“Sappiamo già che l’ amministrazione si è prodigata sospendendo e rinviando il pagamento di alcune tasse e tributi locali – spiega il presidente dell’associazione, Angelo Tedesco – ma chiediamo che siano completamente cancellati insieme alla possibilità di azzerare il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti poiché il distanziamento previsto porterà alla necessità di avere maggiore spazio all’esterno per garantire una mole di lavoro sufficiente a sostenere la propria attività. La sospensione della tassa sull’occupazione del suolo pubblico sarebbe opportuno estenderla anche alle imprese edili per i lavori di ristrutturazione e farla valere per l’anno corrente e per tutto il 2021 poiché certamente non basterà un decreto a convincere i cittadini che il pericolo contagio è passato, questa brutta esperienza porterà, inevitabilmente, a rivedere i propri comportamenti e riallineare gli introiti a quelli precedenti il lockdown. E questo chiederà molto tempo”.
Un’altra misura richiesta è un incentivo per la ristrutturazione delle vecchie abitazioni nel centro storico azzerando completamente, solo per gli anni 2020 e 2021, oneri di costruzione e di urbanizzazione per quelle destinate a un uso turistico. “Sappiamo che norme nazionali ed europee pongono limitazioni in tal senso – conclude Tedesco – ma trovare un modo per agevolare le aziende locali nei lavori di manutenzione di strade e aree verdi porterebbe inevitabilmente a utilizzare manodopera locale con conseguenti vantaggi per l’intera economia del posto. Ci rendiamo conto che le risorse sono poche e la mancanza di entrate nelle casse comunali potrebbe non garantire la copertura di alcuni servizi essenziali ma è anche maledettamente vero che la chiusura di attività commerciali non adeguatamente assistite porterebbe provocare un disagio sociale e situazioni di assistenzialismo futuro ancora più marcato, oltre al concreto pericolo del ricorso all’usura pur di tenere in piedi la propria azienda”.