Lettera ai candidati sindaci di San Vito dei Normanni

Egregio candidato Sindaco,

mi presento, sono uno di quei ciclisti trasognati a cui piace andare in giro a zonzo per vedere luoghi ameni della nostra comune e amata terra. Le confesso che spesso trasgredisco i confini, ma non certo per spiare o danneggiare le altrui proprietà, ma solo perché sono un amante del bello oltre che della bicicletta e spesso l’esplorazione implica accessi innocui, ancorché non autorizzati.

Oggi, ad esempio, mi è capitato di accedere nel museo diffuso d’Alceste.

Che posto incantevole!

Sarà che sono amante delle cose antiche e che , un po’ per noia, un po’ per supponenza, in questi anni non lo avevo mai davvero visitato.

Così oggi ci sono capitato lì da quelle parti ed ho voluto conoscerlo in maniera più accorta, leggendo ed apprendendo dalle targhe illustrative ivi disposte, la storia del luogo. Inutile dire che l’ho trovata fenomenale. Senza parlare poi della ricostruzione delle antiche abitazioni dell’età del ferro e poi messapiche.

Sono rimasto però interdetto, mentre camminavo sulla passarella, per il cattivo stato di conservazione della stessa: alcuni assi di legno sono stati divelti, altri sono in pessimo stato, tanto da consigliare di scavalcarlo per evitare spiacevoli incidenti.

Mentre leggevo poi la storia archeologica sui pannelli illustrativi, ho visto che uno di essi era proprio sconficcato e buttato a terra. Mi sono prodigato per rialzarlo, un po’ per poter leggere cosa ci fosse scritto, un po’ perché ho pensato che altri magari avrebbero voluto fare la stessa cosa ma poi hanno lasciato perdere.



Che dire, peccato, un bel sito archeologico, dove certamente sono stati spesi fiumi di denaro per scoprire, erigere e ricostruire, ed oggi buttati al vento. Pare una nuova condanna alla distruzione e forse anche all’oblio.

Certo, saranno anche solo pietre, come afferma qualcuno, i problemi sono sempre altri e pressanti, tuttavia, mi chiedo, quei luoghi non rappresentano forse la testimonianza di quella storia culturale a cui noi oggi, viventi, apparteniamo? Insomma, tratteremo così gli oggetti, i luoghi di un nostro antenato se lo avessimo conosciuto personalmente? Non credo proprio. È poi giusto privare le generazioni che verranno di ciò che gli appartiene? O siamo forse convinti che lì, un giorno, diverrà tutto lottizzato e costruiranno magari un grande albergo con la SPA!?

Così mi è venuta un’idea che potrebbe essere una proposta.

Non sono una persona originaria del luogo, ma vivo qui da tanto e, per la mia passione, faccio parte di ben due differenti gruppi ciclistici.

E allora perché non rendere il museo diffuso un luogo vivo, proprio come lo era un tempo. Certo, turistico, ma non solo, perché io credo che per essere attuale debba essere un luogo “quotidiano”. Lo spazio è vasto, e anche altimetricamente variegato. Insomma a mio parere si presta bene ad impiantare una piccola scuola di ciclismo, qualcosa che possa educare i più giovani ad un uso corretto della bicicletta, sfruttando i percorsi già in essere sul sito e creando qualche piccolo ostacolo naturale nell’area ricreativa.

Questo certo aiuterebbe a mantenere alto il controllo del sito e permettere parimenti di rendere “diffusa” anche la sua conoscenza.

Sicuramente più di qualcuno di noi appassionati potrebbe dedicare una parte del proprio tempo a questa simpatica missione, si potrebbero coinvolgere anche gli altri gruppi presenti e operanti nella comunità. Sa, da questo vertice, San Vito, rappresenta una comunità molto viva e fiorente.

Insomma, la stessa vitalità che mi piacerebbe si portasse in quel luogo.

Così come spero interesserebbe anche lei che si candida ed aspira a diventare il primo cittadino del paese.

Piergiorgio Mossi


Condividilo sui social