Portiamo Brigida nella nazionale di paradressage!
Brigida è la gioia del nostro lavoro, il motivo per cui amiamo quello che facciamo, nonostante le tante difficoltà.
Sono Marcello Ostuni e con la mia famiglia gestisco il centro Acqua2o di equitazione e riabilitazione equestre da ormai quindici anni a Mesagne, in provincia di Brindisi.
Vorrei farvi conoscere Brigida e la sua storia, un’avventura che dura da tredici anni.
Brigida Nigro, salentina, ha 24 anni ed è affetta dalla nascita da sindrome di regressione caudale, una patologia che non le permette di camminare e infatti la sua carrozzina è sempre stata la sua compagna di viaggio.
Il suo temperamento volitivo e la sua fiducia nell’equitazione e nel centro Acqua2o cambiarono per sempre il destino di entrambi.
Il centro Acqua2o è stato tra i primi nell’Italia meridionale ad avviare corsi di riabilitazione equestre (ad oggi contiamo più di trenta ragazzi) e Brigida è stata la nostra prima allieva.
Una scommessa, iniziata quasi per gioco e per curiosità, che per la piccola Brigida, allora undicenne, è diventata una grandissima passione.
Brigida ha ritrovato con i cavalli quelle energie che sembravano perse per sempre. Ha ritrovato le sue gambe grazie all’amore di Melinda, il suo primo cavallo. Da allora ha deciso di non fermarsi e diventare un’atleta.
A tutti noi è stato subito chiaro che ci trovavamo di fronte ad un talento eccezionale così come era altrettanto chiaro che Brigida era una ragazzina che amava le sfide, anche quelle che sembravano impossibili per chiunque altro.
Così si misurò nel paradressage, una disciplina equestre che consiste in una gara di addestramento; competizioni che si disputano a livello regionale, nazionale fino ad arrivare alle Paralimpiadi.
Abbiamo iniziato con le competizioni locali, in Salento, per poi arrivare a quelle regionali raggiungendo risultati incredibili.
Questo sport ha costi importanti ed è per questo che abbiamo deciso di condividere la storia di Brigida e chiedere un piccolo aiuto affinché la nostra cavallerizza possa realizzare il suo sogno: la partecipazione ai Campionati italiani e, poi, magari un giorno, alle Paralimpiadi, il suo grande sogno della vita.
Ci rivolgiamo sia alle Istituzioni pubbliche che ai cittadini che vogliono sognare insieme a Brigida perché crediamo che i suoi risultati e la sua passione rappresentino una pagina bellissima ancora da scrivere per il nostro Paese. Partirà oggi una raccolta fondi per sostenere Brigida e darle l’opportunità di continuare a seguire il suo sogno.
Non darle questa possibilità sarebbe una sconfitta a cui non vogliamo arrenderci!
Per conoscere più da vicino la storia di Brigida Nigro, vi invitiamo a leggere le sue parole.
LA STORIA DI BRIGIDA
Sindrome da regressione caudale. Da qui parte la mia storia. Quattro parole per la vita.
Una vita di sfide e di battaglie, ma anche di sogni e di passione.
Mi chiamo Brigida, vengo dal Salento, ho 24 anni e 14 anni fa ho “ritrovato” le mie gambe.
Ma come? Quando le avevi perse? Direte voi.
Riavvolgiamo un attimo.
Sono nata con un raro disturbo dello sviluppo. In poche parole: mi mancano tre anelli della colonna vertebrale. E da lì in poi il mio midollo spinale è interrotto.
Cosa vuol dire? Che con le mie gambe posso farci poco e nulla. Anzi nulla… se non star seduta in carrozzina, naturalmente.
E da quando ho memoria, la carrozzina è stata la mia compagna di viaggio.
Ora che vi ho spiegato dove ho lasciato le gambe, vi dico dove e come le ho “ritrovate”.
Era il giorno di Carnevale del 2007. Fu lì che conobbi Marcello Ostuni. Non lo sapevo ancora ma da lì a poco sarebbe diventato non solo il mio istruttore ma anche un amico e quasi un padre per me.
Con lui iniziammo un percorso di riabilitazione equestre. Fu una scommessa per lui ma soprattutto per me. Questo tipo di terapia allora era ancora sconosciuta in Italia meridionale. A distanza di 14 anni direi che quella scommessa l’abbiamo vinta!
Non ho mai più abbandonato i cavalli.
Grazie a loro non solo ho ritrovato le mie gambe ma anche l’energia. Con Melinda, il primo cavallo che ho montato e che mi ha fatto innamorare dell’equitazione, ho imparato a non arrendermi mai di fronte alle difficoltà e a raggiungere quello che voglio.
Il cavallo è diventato le mie gambe. Pian piano mi ha permesso di essere autonoma e di dimenticarmi, anche solo momentaneamente, della sedia a rotelle.
La mia voce è diventata la sua voce e le sue gambe sono diventate le mie gambe.
I miei allenamenti settimanali mi hanno permesso di rafforzare il mio equilibrio psico-fisico, di distendere e di rafforzare le braccia e le gambe.
Ma potevo fermarmi qui? No! Ormai avevo accolto la sfida.
Mentre crescevo anagraficamente, il mio istruttore si accorgeva che anche le mie capacità come amazzone e la mia voglia di sfide crescevano.
Ed è così che abbiamo intrapreso il percorso più sfidante della mia vita: il paradressage.
E se la parola dressage vi dirà poco, la parola paradressage vi dirà ancor meno.
Il dressage è una disciplina equestre in cui il cavaliere e il cavallo eseguono una serie di movimenti geometrici su un campo rettangolare.
Insomma, per intenderci… è quella disciplina dove tutti sono vestiti elegantissimi, tra frac, cravatte, guanti immacolati e cilindro.
Il paradressage non è altro che il dressage ma svolto da cavalieri… con una marcia in più.
Eh, si, anche io ho dovuto mettermi in ghingheri nelle gare.
Da quel momento non mi sono più fermata. Ho iniziato a partecipare alle gare del mio territorio, poi ho partecipato al Campionato Regionale Puglia ed ora mi preparo a partecipare a gare anche a carattere nazionale.
Sono fiera dei progressi fatti! Il mio punteggio più alto è stato bello 70,25%. Giuro che non ci credevo neanch’io!
Solo pochissime persone in tutta Italia, e quasi nessun altro in Puglia e Basilicata, competono nella mia stessa disciplina.
Ora però ho un sogno! Voglio prima partecipare ai Campionati Nazionali italiani e farmi poi notare per partecipare alle Paralimpiadi!
Purtroppo, però questo è un sogno troppo grande per farcela da sola. Per questo ho bisogno del vostro aiuto!
Come vi dicevo, nessun altro cavaliere proveniente dal mio territorio partecipa alle mie gare. Ciò vuol dire che per ogni gara ci sono tanti soldi da dover sborsare, tra trasporti, vitto e alloggio, iscrizioni e quant’altro.
Se finora mio padre è riuscito a supportarmi in tutto e per tutto, per affrontare questa nuova sfida e arrivare a disputare i Campionati nazionali, ho bisogno di una vostra mano.
Ogni gara fuori dalla mia regione ha dei costi che variano tra i 1000 e i 1500 euro.
Nel 2021 vorrei sostenere almeno 6 gare a livello nazionale così da poter competere con tanti altri cavalieri e amazzoni e poter migliorare ancora di più.
E’ per questo che vi chiedo una mano.
Datemi una mano a realizzare il mio piccolo grande sogno nel cassetto! Brigida Nigro