Si è svolta questa mattina, mercoledì 2 giugno, a Brindisi, la cerimonia commemorativa del 75° Anniversario della proclamazione della Repubblica, organizzata con la collaborazione del Comune di Brindisi e della Brigata Marina San Marco.
Alla presenza delle massime autorità civili e militari, dopo l’alzabandiera, la deposizione della corona al Monumento ai Caduti e la lettura del messaggio del Capo dello Stato, il Prefetto Carolina Bellantoni, nei giardini di Palazzo Montenegro, ha consegnato delle onorificenze dell’Omri, delle medaglie d’Onore conferite a militari deportati nei campi di concentramento tedeschi e di una medaglia d’Oro destinata ad una vittima del terrorismo conferite dal presidente della Repubblica.
Tra le medaglie d’Onore, anche, quella riservata al cittadino e soldato di San Michele Salentino, Giuseppe Romanelli, nato il 10 marzo del 1920 e deceduto in Germania il 16 dicembre del 1943. La salma è sepolta nel cimitero di Doberitz Elsgrund a Dallgow, nei pressi di Berlino (Campo 1, Fila 16, Tomba N°2), insieme ad altri italiani, russi, polacchi, jugoslavi, francesi che combatterono la seconda guerra mondiale.
La medaglia d’onore è stata ritirata da nipote di Romanelli, Salvatore Ciraci, insieme al sindaco Giovanni Allegrini: “È stato per me un onore e un momento di emozione toccante, ricevere direttamente dal Prefetto di Brindisi la medaglia d’Onore, dal valore inestimabile per chi rimane, e per sancire per sempre il valore profondo del ricordo del nostro concittadino Giuseppe Romanelli che ha onorato la Nazione insieme a migliaia di italiani durante uno dei periodi più bui della storia. Grazie al sacrificio di uomini come Giuseppe Romanelli e altri concittadini della nostra Comunità, spinti dall’utopia concreta e possibile della libertà e della giustizia, l’Italia intraprese il cammino verso una democrazia autentica che portò alla nascita della Repubblica 75 anni fa. A noi il compito di difenderla, oggi più che mai”.
Biografia e storia di Giuseppe Romanelli
Figlio di Rocco e Antonia Cavallo, Giuseppe Romanelli nel gennaio 1939 viene chiamato per il servizio di leva. È sposato da poco con Annamaria Prezioso e avevano avuto pochi mesi prima un figlio, Rocco. Pochi mesi dopo la nascita di suo figlio inizierà la campagna d’Albania e verrà inviato proprio lì, inquadrato nel 226° rgt Fanteria, imbarcandosi a Bari.
Rimane sul fronte greco-albanese per tutta la durata della guerra e nel 1942 viene trasferito al 71 rgt Fanteria “Puglie” che opera nel Kossovo con compiti di presidio e controguerriglia. L’8 settembre del 1943 furono colti impreparati e il giorno successivo, il 9 settembre, tutti catturati dai tedeschi. Giuseppe fu internato nello Stalag III D e assegnato ad un gruppo di lavoro, l’arbeitskommando Berlin-Spandau.
Lo Stalag III D si trovava appunto nella periferia sud di Berlino e vi erano internati prigionieri inglesi, francesi, russi, jugoslavi e, dopo l’armistizio, italiani. Da mesi Berlino era presa di mira dai bombardamenti aerei alleati. La notte del 16 dicembre 1943 il Comando bombardieri della RAF organizzò un altro raid sulla capitale tedesca, con 483 bombardieri Lancaster e 15 Mosquitos. I Lancaster decollarono dalle loro basi in Inghilterra tra le 16:00 e le 17:00 per il volo di sette ore e mezzo per Berlino e ritorno. Il loro percorso attraversava direttamente il Mare del Nord, l’Olanda e la Germania settentrionale. Giuseppe muore quella notte, il 16 dicembre del 1943, a seguito del bombardamento.