Di Maila Cavaliere
Dal 1 ottobre San Vito non ha più un medico del 118.
C’ è carenza di medici, viene spiegato.
Un laconico comunicato del 3 ottobre recita così:
“Le emergenze saranno gestite da un infermiere e due soccorritori.”
Siamo pure fortunati, sembra sottintendere la dichiarazione. Perché esistono comuni che non hanno il servizio e comuni in cui è presente solo il soccorritore e nemmeno un infermiere.
Ma la carenza dei medici deve penalizzare in particolar modo la comunità di San Vito? Da allora è cambiato qualcosa? La piazza ha protestato a gran voce? La politica ha pressato gli organi competenti per risolvere la situazione?
La Direzione del 118 ha messo in campo misure compensative per limitare nel tempo il disagio della nostra comunità o per fare ruotare i pochi medici disponibi su tutti i comuni che il servizio gestisce?
Nessuna voce. Nessun cambiamento. Nessuna soluzione.
Di recente, inoltre, il Direttore 118 Brindisi Massimo Leone, come si legge in un articolo a cura di Francesco Amatulli, pubblicato su IL PUNTO, porta dei numeri a supporto del provvedimento di trasferimento del medico da San Vito a Mesagne e del mancato rimpiazzo.
Il numero degli interventi in codice rosso dopo valutazione sarebbe piuttosto basso. Circa il 5%.
In quel numero percentuale, tuttavia, si nasconde un numero assoluto, si cela un centinaio di persone reali, di cuori, di polmoni, di emorragie, di shock, di traumi gravi. Non mi pare affatto un numero trascurabile.
Sono persone che potrebbero non essere salvate da un tardivo intervento medico.
In fondo, in modo un po’ brutale ma corretto, di questo si tratta. Decidere chi far vivere e chi morire.
Perché solo un medico, in presenza di una urgenza, può fare diagnosi, intervenire con procedure salvavita, somministrare farmaci, prendere decisioni.
Un infermiere e un soccorritore (quando presenti) fanno quel che possono, contattano il medico in remoto ma….
Dietro e dentro i numeri aridi dei codici rossi ci sono situazioni reali di persone che sono in immediato pericolo di vita e non possono attendere di giungere in ospedale.
E se di numeri dobbiamo parlare, mi piacerebbe sapere quanto sono aumentate, in questo periodo, le constatazioni di decesso, al sopraggiungere spesso non tempestivo in ospedale.
San Vito vuole riavere il medico del 118.
Possibile non si senta forte e improrogabile questa necessità?
E come cittadina, prima ancora che in altri ruoli più istituzionali, chiedo al sindaco, in qualità di autorità sanitaria di prendere in carico la risoluzione di questa vacatio, al Direttore del 118 di modificare l’ assetto della destinazione del personale medico e di prevedere almeno una rotazione tra comuni e al Direttore generale Asl di monitorare la questione e di intervenire perché tutti i cittadini abbiano la stessa possibilità di essere salvati.
Maila Cavaliere