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Tentato omicidio di stampo mafioso a San Vito: riesame rigetta ricorso

Fonte: Antenna Sud

Il riesame ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati Andrea D’Agostino e Gianmarco Lombardi, difensori dei due imputati ritenuti autori dell’agguato del 17 giugno ai danni del sorvegliato speciale di Savio Gioia.

L’agguato è stato commesso esplodendo due colpi di arma da fuoco che solo fortuitamente non hanno raggiunto la vittima e che avrebbero potuto ferire i residenti della zona perché uno dei colpi esplosi è stato trovato sul balcone di un’abitazione vicina.

Il sostituto procuratore Antimafia di Lecce Carmen Ruggero ha apportato nuovi elementi alla ricostruzione dei fatti che non hanno consentito agli indagati Giovanni Nigro e Adriano De Iaco alcuna via di scampo.

Perché, come già scritto, nelle 32 pagine dell’ordinanza firmata dal pm Carmen Ruggiero è stato contestato anche il 416 bis, cioè l’aggravante mafiosa. Secondo le intercettazioni e gli sviluppi di altre attività d’indagine, De Iaco e Nigro sarebbero le nuove leve della frangia della Sacra corona unita riferita al gruppo Lamendola, il cui vertice, Carlo Cantanna, sconta al 41 bis una condanna per ergastolo.

La vittima del tentato omicidio sarebbe un affiliato del clan Romano- Coffa, coppia ora nella schiera dei pentiti, e l’agguato sarebbe stato messo a segno per il controllo delle attività illecite nel territorio brindisino.



Questi elementi emersi dall’attività investigativa rendono ancora più schiacciante il quadro associativo mafioso che evidenza figure chiavi della geografia criminale della provincia di Brindisi.

L’attività investigativa condotta dai carabinieri del Nor della compagnia di San vito dei Normanni sta permettendo, dunque, di ricostruire in maniera chiara alcune dinamiche criminali attuali sul territorio e le relative frazioni in contrasto per la spartizione del business dei traffici illegali.


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