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L’orologio della Biblioteca Comunale

Di Uccio Leozappa

C’è una dolcissima canzone di Ivano Fossati che recita : “ …è tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende, c’è tempo, c’è tempo, c’è tempo per questo mare infinito di gente…”. Non c’è tempo invece per l’orologio della biblioteca comunale. È fermo nella sua solitudine, dimenticato e solo, su in alto, incastonato nella sua edicola sul cornicione, alle sei e dieci da ormai diversi decenni. Se potesse parlare certamente ci direbbe che anche lui vorrebbe partecipare al decoro del paese e che vorrebbe fare semplicemente il suo lavoro. Il lavoro per il quale è stato prodotto, quello di scandire ogni singola ora, ogni singolo minuto del tempo che trascorrono i cittadini sanvitesi. Segnare l’ora per andare a scuola o magari l’ora per recarsi a Messa o ancora semplicemente “ la menzatia “. La sua ora è lì ferma, inesorabilmente alle sei e dieci di quale giorno della settimana e di quale anno non è dato ricordarlo. Troppo in alto, troppo fuori dalla portata degli occhi della gente.



Non è stato oggetto di attenzione della campagna elettorale, completamente ignorato, come può esserlo stato invece la fontana della villa comunale, anche perché farsi ritrarre accanto non era molto conveniente e neanche comodo anzi alquanto pericoloso. Riesce difficile immaginare che durante uno dei tanti comizi dei tanti candidati qualcuno di loro promettesse di occuparsi di rimettere in funzione l’orologio della biblioteca comunale. A chi può interessare se un orologio è funzionante o meno, non paga sotto l’aspetto elettorale. Molto meglio promettere la costruzione di una piscina o meglio ancora l’abbassamento delle tasse. E a proposito di tempo poi, sarebbe stato tempo sprecato, tempo perso. Tra l’altro chi vuoi che se ne accorga della sua presenza, i sanvitesi presi dalla ritmo frenetico della vita ci passano di sotto senza alzare la testa. Percorrono in auto via Mazzini o la stessa via Antonio Sardelli senza alzare lo sguardo. La sola persona che alza lo sguardo è il titolare della ditta Bellucci fornitore dell’orologio, il quale, mi diceva tempo fa, che viene periodicamente a San Vito per la manutenzione delle campane della Chiesa Madre e passandoci di sotto, non può non dare una rapida ma triste e malinconica occhiata al “ suo” orologio.

N.B.

L’orologio più importante del paese è in Piazza, quest’ultimo funziona regolarmente ma ormai allo scoccare dell’ora, da diversi anni, non si sente più riecheggiare le sue campane. Perché non ripristinarlo?


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