“Barocco Festival Leonardo Leo”: note di Rinascimento nelle Grotte di San Biagio
Il complesso rupestre delle Grotte di San Biagio, in contrada Iannuzzo, fa da scenario, domenica 3 settembre alle ore 21, al concerto “Viva viva li galanti” con l’ensemble assisiate “Anonima Frottolisti”, settimo appuntamento del “Barocco Festival Leonardo Leo 2023”. Lo splendore e l’eredità culturale del Rinascimento al centro di una serata che ricrea teatralmente la grandezza e la bellezza della Corte e dei suoi attori principali. In un pittoresco affresco di questa ricca epoca – erede musicale del Rinascimento -, l’ensemble propone uno spaccato dei principali aspetti che la caratterizzarono: il potere, l’amore, la festa, la danza e la fede, attraverso un immaginario viaggio nella meraviglia delle Corti italiane del XV e XVI secolo. Biglietti disponibili presso il luogo del concerto. Ticket euro 3 – Info T. 347 060 4118.
Intorno alla fine del XV secolo, in area napoletana, fu redatto uno dei manoscritti più affascinanti di epoca quattrocentesca: il Ms 431-G20 della Biblioteca Augusta di Perugia. Fra gli addetti ai lavori si è soliti indicare questa fonte come “Manoscritto di Perugia” malgrado la sua provenienza reale sia di area napoletana. Secondo il musicologo americano Allan Atlas, il codice rivela diverse concordanze con fonti napoletane: il testo poetico di alcuni strambotti – componimenti popolari di poesia satirica o amorosa – presenta tracce di forme dialettali siculo-napoletane e il repertorio è costituito da opere di compositori minori che possono essere associati esclusivamente con Napoli o territori aragonesi come Ortona in Abruzzo. Per Atlas il manoscritto è datato tra il 1484 e il 1490 e fu confezionato in ambiente benedettino, probabilmente nel monastero dei Santi Severino e Sossio di Napoli che godeva di un rapporto particolare con la corte aragonese. È da escludere che il codice sia stato creato nel 1500 come dono per il matrimonio tra il condottiero perugino Astorre Baglioni e Lavinia Colonna Orsini – evento patrocinato dal re di Napoli il 28 giugno del 1500 -, non solo per la sua datazione e provenienza ma anche per il modesto aspetto: non è impossibile tuttavia che il manoscritto sia stato portato a Perugia per quell’occasione o per un’altra visti i rapporti tra Astorre Baglioni e la corte napoletana.
Il “viaggio” del manoscritto da Napoli a Perugia si spiega indagando negli ambienti musicali francescani e nello scambio continuo di testi e manufatti fra i religiosi dell’ordine sparsi in tutta l’Europa dell’epoca. Nel Cinquecento il manoscritto divenne proprietà della biblioteca privata dell’intellettuale perugino Raffaello Sozi – architetto e matematico – fondatore dell’Accademia degli Unisoni nel 1561. Il documento, conservato ancora oggi nel capoluogo umbro, raccoglie una cospicua quantità di componimenti liturgici e un’altrettanto ricca sezione dedicata alla musica profana; è da quest’ultimo ambito musicale che l’ensemble “Anonima Frottolisti” propone una scelta di brani che raccontano la genesi delle composizioni dell’epoca nelle tipiche forme poetiche, musicali e strumentali del Quattrocento: barzellette, strambotti, frottole e danze.
Tra le danze, uno del brani presenti nel manoscritto è la celebre “Falla con Misuras” di Guglielmo Ebreo da Pesaro, uno dei primi maestri di danza della tradizione aulica, che insegnava ai nobili rampolli della famiglia Sforza circa seicento anni fa: si tratta di un tema musicale alla base di una danza nota come “Spagna”, a sua volta riferimento per la nascita della “Follia”, altra forma musicale per danza in voga tra Rinascimento e primo Barocco. La presenza di componimenti e di musicisti fiamminghi e spagnoli rende II manoscritto ancora più interessante, a testimonianza di uno scambio culturale veicolato dalla musica durante tutto l’Umanesimo: vi troviamo musicisti come lo spagnolo Pere Oriola, i fiamminghi Heinrich Hisaac, Heyne Van Ghizeghen, che nella corte angioino-napoletana trovarono accoglienza e stimolo per le loro opere, grazie all’ideale culturale e al mecenatismo dell’epoca. Nei componimenti profani del manoscritto, emerge la sensibilità teatrale e la necessità della rappresentazione legata alla letteratura dell’epoca, ovvero la presenza di alcune maschere e simboli di una commedia dell’arte ante litteram, nella quale la “fortuna”, la “vecchia”, la “giovane”, ecc., rappresentano lo sviluppo dell’immaginario popolare in un contesto estremamente colto.
• Domenica 3 settembre ore 21.00
Complesso rupestre Grotte di San Biagio • San Vito dei Normanni
Viva viva li galanti. La musica “napoletana” alle Corti d’Italia del XVI secolo
Ensemble Anonima Frottolisti
Miriam Trevisan voce
Kateřina Ghannudi arpa e voce
Luca Piccioni liuto e voce
Jacob Mariani viola ad arco
Fabio Accurso liuto
Massimiliano Dragoni dulcimelo, percussioni antiche
Geolocalizzazione Grotte di San Biagio: rebrand.ly/GrotteSanBiagio