domenica, Dicembre 22, 2024
San Vito dei Normanni

La novena di Natale su dignità della donna e sui femminicidi

Un «calcio alla tradizione». Inizio provocatorio che vuole essere un’attenzione su come vivere le «feste» e «i riti» di un tempo, guardando ad un’attualità violenta e gratuita che lascia sgomenti e incapaci di fornire una qualsiasi giustificazione. La parrocchia «San Domenico» a San Vito, ha colto l’occasione della «tradizionale» novena di natale vissuta alle prime ore del mattino, per guardare al mondo.

Don Pietro Calamo, il parroco, ha sempre avuto attenzione e sensibilità per ciò che ci circonda e influenza le nostre vite. Quest’anno è uno sguardo che vuole scuotere ripercorrendo fin dalle origini del mondo, il fenomeno del femminicidio.
Un abito, una borsa e un paio di scarpe di colore rosso adagiati su una sedia al centro del presbiterio. Don Piero ha iniziato la sua riflessione a partire da Eva, quando la lettura ideologica di un episodio simbolico ha stravolto il progetto di collaborazione tra Dio e l’umanità.



La novena svelerà ogni giorno storie di donne bibliche, strumentalizzate, violate, uccise, per soddisfare l’ego maschile, lontano dall’idea di Dio Amore. Tutto questo in un intreccio tra sacro, le storie delle donne bibliche e la vita; infatti, ogni giorno vi è il contributo di poesie che inneggiano alla donna, alla sua intraprendenza, alla sua fragilità, alla sua dedizione e alla sua forza. Il tutto accompagnato dalle note di brani musicali, i cui testi non sono solo “canzoni” ma parole che urlano un cambiamento di pensiero e di prospettiva. Nella comunità vi sono madri, mogli, sorelle, donne che non portano avanti un femminismo fine a se stesso, ma che non possono accettare ciò che nel mondo sta accadendo.

Don Piero, non si stanca mai di sottolineare che il cristiano si interroga sul presente per rafforzare quelle radici che possono dar vita ad un futuro migliore. Il punto centrale non è chiedersi se è lecito o meno stravolgere “la tradizione”ma porsi una domanda ben precisa. Cosa è più urgente oggi, nel nostro tempo, “recitare in modo asettico e ripetitivo una formula” che giunga fino al portone di una chiesa, o invece riflettere su un pensiero che aiuta a interrogarsi e a meditare nel cuore su ciò che l’essere umano sta diventando?


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