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Tiziana Ferrario presenta il suo nuovo romanzo presso il Castello Dentice di Frasso

Casa Dentice di Frasso, con il patrocinio del Comune di San Vito dei Normanni, ha organizzato per le ore 20 di giovedì 11 luglio p.v. nel cortile del Castello la presentazione dell’ultimo romanzo della giornalista e scrittrice Tiziana Ferrario, Cenere (Fuori scena, Milano 2024, pp. 300). Dopo i saluti di benvenuto di Giuliano e Fabrizia Dentice di Frasso, l’illustre ospite discuterà della sua ultima fatica letteraria con il giornalista e scrittore Lino Patruno, già direttore responsabile de “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Tiziana Ferrario? Ecco cosa dice di lei l’Enciclopedia Treccani: «Giornalista e conduttrice televisiva italiana. Dopo un’esperienza a Telemilano è stata assunta in Rai nel 1979, che ha lasciato nel 2018, e dal 1980 è giornalista professionista. Dal 1983 è stata al Tg1, di cui negli anni ha anche condotto molte e importanti edizioni. Ha collaborato a Italia Sera, è stata nella redazione di Uno mattina e ha condotto il Tg dei ragazzi. Come inviata ha seguito grandi eventi internazionali, tra cui i conflitti in Afghanistan ed in Iraq. Durante la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti. Dal 2014 è stata corrispondente da New York. Tra le sue pubblicazioni: Il Vento di Kabul (2006), Orgoglio e pregiudizi. Il risveglio delle donne ai tempi di Trump (2017), Uomini, è ora di giocare senza falli! (2020), La bambina di Odessa (2022) e Cenere (2024). Nel 2003 è stata insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana».

Sinossi: Milano, primavera 1898, la rivoluzione industriale corre veloce e niente sembra poterla arrestare. La chiamano modernità, eppure in città la gente sta male, è affamata, lavora fino a quattordici ore al giorno e vive in case piccole e affollate. Attraverso la storia di un’amicizia tra due bambine, negli anni a cavallo tra due secoli, Tiziana Ferrario ha scritto il romanzo di una città che è stata la culla del socialismo in Italia, dove nello stesso periodo nasce quello stile tutto italiano che avrebbe fatto di Milano una delle capitali indiscusse della moda nel mondo.



Giovannina e Mariuccia hanno appena dieci anni, si conoscono perché la prima, orfana di padre, è una piccinina apprendista in una delle tante sartorie che servono le famiglie bene della borghesia cittadina, Mariuccia invece è la figlia del parlamentare socialista Luigi Majno e di Ersilia Bronzini, fondatrice dell’Unione femminile e instancabile paladina della battaglia per l’emancipazione femminile, che vede la sua alba, in quegli anni, proprio a Milano. In città tutti sanno chi sono i coniugi Majno. Nel salotto di Ersilia s’incontrano alcune delle protagoniste di una lotta per i diritti che si combatte ormai anche sulle strade, rischiando la libertà e perfino la vita. Tra le più impegnate c’è Alessandrina Ravizza, la contessa del brod, fondatrice della Cucina dei Malati poveri nel quartiere Garibaldi abitato da miserabili, a pochi passi da Brera, il regno dei bordelli. In Galleria Vittorio Emanuele, nella casa della socialista Anna Kuliscioff, la dutura dei poveri, esule russa tra le prime laureate in Medicina in Italia e compagna di Filippo Turati, si discute di diritti degli operai. Anna si batte per una legge che tuteli le lavoratrici sfruttate e malpagate.

Sono donne milanesi coraggiose e rivoluzionarie, che non si accontentano della carità, che credono nel valore dell’istruzione come arma di riscatto dalla povertà. Aprono scuole e biblioteche, avviano corsi professionali, chiedono inascoltate il suffragio femminile. In queste pagine le vediamo muoversi in luoghi oggi scintillanti e iconici, ma allora miserabili. Grazie alle loro battaglie, le donne italiane hanno iniziato quel cammino di consapevolezza verso una parità ancora oggi da conquistare.


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