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Tributi consortili: Un sistema da rivedere

Il tributo di bonifica consortile è un contributo che i proprietari di terreni e immobili situati in determinate zone devono pagare se beneficiano delle opere di bonifica gestite dai consorzi. Queste opere includono la manutenzione, l’esercizio e la gestione delle strutture pubbliche che servono a migliorare e proteggere il territorio. Tuttavia, questo tributo dovrebbe essere richiesto solo se il terreno o l’immobile ne trae un reale vantaggio, come un aumento del valore o una migliore protezione.

Il problema è che in molti casi queste opere di bonifica sono vecchie, inefficaci o addirittura danneggiano il territorio, causando problemi invece di risolverli. Nonostante ciò, i consorzi continuano a richiedere il pagamento del tributo, minacciando azioni legali se non si paga.

Molti agricoltori e proprietari di terreni si sentono ingiustamente penalizzati da queste richieste, soprattutto quando le opere di bonifica non apportano alcun beneficio concreto. È per questo che è stata proposta una legge regionale per sospendere il pagamento del tributo fino a quando non verrà verificato lo stato effettivo delle opere di bonifica.



Purtroppo, questa proposta ha incontrato resistenza, con l’assessore all’agricoltura che sostiene che la questione della bonifica è di competenza statale e che i contributi consortili, essendo di natura tributaria, non possono essere regolamentati a livello regionale.

In ogni caso, è chiaro che c’è bisogno di un intervento immediato. Le autorità regionali dovrebbero monitorare e verificare le opere di bonifica, e se queste non apportano benefici reali, il pagamento del tributo dovrebbe essere sospeso. I Comuni, i sindaci e le associazioni di categoria devono prendere posizione per proteggere i diritti dei cittadini, evitando che vengano richiesti contributi ingiusti e non giustificati.


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