lunedì, Dicembre 23, 2024
Dalla Provincia

Dalla richiesta per i trasporti alla richiesta per andare a scuola

Dal discutere ai tavoli della Prefettura sul tema dei trasporti, siamo arrivati alla  richiesta di mandare a scuola i nostri figli: chi può “permettersi il lusso” di tenerli a  casa liberamente può optare per la DDI, mentre tutti gli altri sono lasciati in “balia  del rischio di contagio”, perché le attività di messa in sicurezza delle scuole,  stringenti più delle disposizioni normative, assumono, caratteristiche irrilevanti  rispetto a tutto il resto: è sempre la scuola, che ricordiamo essere il luogo più sicuro,  a doverne pagare le conseguenze. Questo è ciò che si desume dal susseguirsi di  tante ordinanze che invitano alla didattica on Demand. 

Ordinanze emesse nei fine settimana, con decorrenza dal lunedì, e che mandano in  tilt le istituzioni scolastiche costrette a lavorare 7 giorni su 7, in violazione  dell’articolo 36 comma 3 della Costituzione; che creano panico tra le famiglie,  costrette all’ultimo minuto a rimodulare l’organizzazione della settimana, già  piuttosto ingarbugliata tra lavoro, compiti e attività varie; ordinanze, che, tra l’altro,  si inseriscono in un contesto normativo d’urgenza nazionale, in continua  trasformazione, ma del quale assorbono i criteri fondamentali, modificandoli nel  concreto . 



Ancora una volta, come accade oramai da mesi, le istituzioni scolastiche delle scuole  primarie e secondarie di I grado, devono garantire il collegamento online, nella  modalità sincrona, per quelle famiglie che lo chiedono, perché la didattica in  presenza non può essere imposta: già, è vero, ma perché fare discriminazione tra chi  può e chi invece è “costretto” a mandare i propri figli a scuola? A nostro avviso  questo è ciò che si desume dalla loro lettura. 

Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, invece devono attendere  ancora sino al 23 gennaio ma, nel frattempo, ad alcuni studenti è garantita la 

possibilità di svolgere le attività laboratoriali qualora sia necessario, mentre ad altri (  gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali) è permesso seguire in  presenza per mantenere una continuità educativa e relazionale stabile, mentre la  maggioranza segue le lezioni da casa, e questo ancora una volta in violazione di un  importante principio costituzionale, l’articolo 3, che vieta qualunque forma di  discriminazione. 

E intanto, continuiamo ad aspettare, di settimana in settimana, cercando di capire  cosa possa ancora succedere.  

Il Coordinamento Presidenti CdI della Regione Puglia Gianfranco De Maglie 


Condividilo sui social