Pane, lenzuola e sovversione: una cronaca semiseria di Uccio Leozappa
Di Uccio Leozappa
Provo a immaginare il contenuto del verbale, redatto con certosina devozione da quel solerte — e, diciamolo, sobrio fino allo sfinimento — poliziotto, intento a trascrivere con mano ferma le generalità della titolare del forno.
“…si attribuisce la paternità del lenzuolo appeso sulla facciata della propria abitazione, adiacente al suddetto forno, sul quale era vergato il micidiale slogan: ‘buono come il pane, bello come l’antifascismo’…”
Un vero attentato all’ordine costituito, non c’è che dire.
Poi, a rinforzare l’operazione “Pane Pulito”, è giunto anche un altro poliziotto, probabilmente prelevato direttamente dal reparto “Operazioni Speciali contro i Lenzuoli Sovversivi”, il quale, con implacabile senso del dovere, avrà redatto un secondo verbale. Uguale, identico, fotocopia perfetta del primo. Non sia mai che si perda traccia di un’azione così eversiva.
Nel frattempo, chi può dirlo, magari la Digos e i servizi segreti avranno ricevuto l’ordine di indagare e stanno battendo pista. Del resto, scoprire che una famiglia ha avuto in casa un nonno e uno zio partigiani è roba da codice rosso: praticamente materiale da convocare l’Interpol.
E tutto questo per cosa? Per un principio di autocertificazione spontanea di antifascismo.
Ma forse sospettano che il vero pericolo sia nel pane: un pane che, a loro insaputa, potrebbe nascondere chissà quali messaggi subliminali nella mollica, o lanciare segnali in codice attraverso la crosta.
O magari stanno indagando sulle farine utilizzate, doppio zero, integrali, grano duro , su procedimenti di lievitazione radicale o su cotture che attentano all’unità nazionale. Chissà, forse si teme un’insurrezione a colpi di filoni integrali.
Eppure, un dubbio m’assale: quei verbali, ora accatastati su qualche scrivania tra una pratica su un rave illegale e una su una buca stradale, che destino avranno?
Saranno classificati come “Documenti Sensibili: Rischio Pane Partigiano”?
O finiranno in un cassetto, stretti tra la lista della spesa e la raccolta punti del supermercato?
E, già che ci siamo: il nostro zelante e “sobrio” tutore dell’ordine, tutto preso a cacciare pericolosi lenzuoli bianchi, avrà per caso trovato il tempo di raccogliere le generalità di quei geni che, nella notte, hanno appeso uno striscione evocando i forni crematoi? No, perché a questo punto pare evidente: in Italia, l’unico antifascismo tollerato è quello surgelato.