domenica, Aprile 28, 2024
Dalla Provincia

Carenza di personale negli ospedali del brindisino, il rischio chiusura di altri reparti

Le chiusure di reparti nella sanità brindisina potrebbero non arrestarsi. Dopo la sospensione dei ricoveri presso Ostetricia e Neonatologia dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana e in Chirurgia generale del nosocomio di Ostuni, sorte analoga potrebbe toccare all’Utin (Unità di terapia intensiva neonatale) del Perrino e alla Pediatria del Camberlingo di Francavilla Fontana. Rischi anche per i Ppit di Ceglie Messapica, Cisternino e San Vito dei Normanni, oltre alla Radiologia di Francavilla Fontana, a causa delle prossime dimissioni di due medici in servizio presso lo stesso reparto del Perrino di Brindisi, vincitori di concorso.

Sulla sanità brindisina continua a piovere sul bagnato. L’ennesimo monito sul rischio dell’interruzione di altri servizi di primaria importanza viene lanciato dal consigliere regionale Fabiano Amati. Si procede a grandi passi, purtroppo, verso una seria emergenza estiva. 



Palese: “Piano di emergenza estiva”

E ieri (mercoledì 28 giugno) si è discusso proprio di un piano regionale di emergenza estiva, attivo a partire dall’1 luglio, nel corso di una riunione tecnica presieduta dall’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, coadiuvato da Vito Montanaro, capo del Dipartimento salute della Regione, in presenza dei dirigenti delle Asl regionali. 

Sul tavolo, la gestione dei posti letto, gli accorpamenti funzionali e il ricorso a prestazioni aggiuntive, strumenti utili a garantire la continuità delle prestazioni assistenziali delle strutture regionali. Presente anche il direttore generale dell’Aress, nonché commissario straordinario dell’Asl Brindisi, Giovanni Gorgoni, che ha riferito in merito alle esigenze riscontrate nel brindisino nell’ambito del personale sanitario.

“L’incontro di oggi tenutosi con le Direzioni strategiche delle aziende sanitarie è stato molto utile – è il commento dell’assessore Palese – e ha consentito al Dipartimento Salute di valutare le azioni poste in essere per fronteggiare l’emergenza estiva e, dunque, la capacità del sistema di rispondere alle esigenze assistenziali, che certamente in questo periodo aumenteranno anche per il numero elevato di turisti che verranno in Puglia. Non ci risultano situazioni particolarmente critiche, fermo restando la garanzia del costante monitoraggio della situazione da parte del Dipartimento salute”.

La proposta di Amati: “AziendaZero regionale”

Le dichiarazioni di Palese cozzano però con la situazione della sanità brindisina, già afflitta da sette grandi criticità tra i tre presidi ospedalieri di Brindisi, Ostuni e Francavilla Fontana (Chirurgia generale, Ostetricia, Ginecologia, Ortopedia, Cardiologia, Radiologia e i medici Pronto soccorso) alle quali potrebbero aggiungersene altre.

Per questo Fabiano Amati rilancia la proposta di un’”AziendaZero e il suo commissario subito, per gestire l’emergenza sanità su base regionale”. “È chiaro che la soluzione indicata dal commissario Gorgoni  – afferma Amati – è quadrata rispetto ai numeri di personale disponibile e sulla base di un’organizzazione di tipo provinciale”. “Ma il punto è proprio questo: non può esistere una gestione provinciale del personale  – prosegue il consigliere regionale – in un sistema sanitario organizzato su base regionale. E la questione non riguarda solo Brindisi, ma tutte le Asl, in una sequenza di chiusure che senza AziendaZero toccherà progressivamente la Bat, Lecce, Taranto, Foggia e Bari”. 

“Nessuno si senta immune, anche perché nessuna Asl si è ancora dotata, colpevolmente, del Piano dell’emergenza, per cui tutto è lasciato all’improvvisazione. Spero che tutti i protagonisti di queste vicende, compresi i sindaci – afferma ancora Amati – colgano la difficile ora e si propongano di indicare la soluzione dell’AziendaZero o altra più convincente, tenendo conto che questa soluzione è già oggetto di una delibera della giunta regionale, quindi nelle corde del presidente Emiliano, purtroppo inattuata per notevoli avversità fondate sul timore di vedere scardinati alcuni sistemi antichi e incrostati di gestione della sanità pubblica. Esattamente le cose da cui dobbiamo fuggire per avere ancora un minimo di speranza”.


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