venerdì, Maggio 3, 2024
Dalla Provincia

Cronaca di un concerto

Di Uccio Leozappa

L’atmosfera è quella di quando hai consapevolezza di dover assistere ad un grande evento. Nel teatro i posti sono tutti occupati. I giovani sono in pochissimi ma ugualmente molto emozionati e ansiosi di assistere al concerto. La maggior parte infatti siamo dai cinquanta in su. Tutte e due insieme non capitava dagli anni settanta quando giovanissimi frequentavano il Folk Studio a Roma, pertanto è una occasione unica, una esperienza da poter ricordare per tutta la vita. Loro sono la leggenda della musica italiana , non potevo non esserci. Hanno cinquanta anni di canzoni e tantissima musica da raccontare. Si respira nell’aria l’adrenalina della esibizione. Quando si accendono le luci e dal buio compaiono sul palco, il fragore degli applausi copre la musica e le parole. Il primo brano è “Bomba o non bomba “ del 1978, l’album era “ sotto il segno dei pesci”. La loro età viene mascherata dalla grande intensità e passione con la quale cantano e suonano, sembrano due ragazzini. La scaletta continua con “ la leva calcistica del 68” e poi con “ Modena e Bufalo Bill” e ancora poi con “Santa Lucia” e “Peppino “ e poi “Sempre per Sempre e “ Ricordati di me” in un crescendo continuo da parte del pubblico che canta in coro insieme a loro tutte le canzoni. Grande commozione e battito di mani quando Venditti illuminato dalla luce bianca di un faro siede al pianoforte e suona le prime note e De Gregori accenna le prime parole :” Non so aspettarti più di tanto ogni minuto mi dà l’istinto di cucire il tempo e di portarti di qua. Ho un materasso di parole scritte apposta per te e ti direi spegni la luce che il cielo c’è…” Il pubblico questa volta non canta ma tutti insieme acclamano a voce alta :” Lucio, Lucio, Lucio..”.



Il viaggio continua con altri capolavori ed è sempre più difficile soffocare il groppo alla gola che prende durante questi spostamenti che vengono inesorabilmente accompagnati dal suono magico del sax di Amedeo Bianchi . De Gregori poi annuncia il finale, l’ultimo brano in scaletta “ la canzone più bella che sia mai stata scritta su Roma” , insieme a tutto il pubblico cantano “ Quanto sei bella Roma quand’è sera, quando la luna se specchia dentro al fontanone e le coppiette se ne vanno via , quanto sei bella Roma quando piove”.

E’ stato faticoso, uno strazio ma ce l’abbiamo fatta, grazie, grazie di averci permesso di ritornare a riva.


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