venerdì, Aprile 26, 2024
San Vito dei Normanni

Ospedale di comunità, il tempo stringe

Di Uccio Leozappa

Giorgia Meloni in una intervista pubblicata su “ La Repubblica” qualche domenica fa, ha evidenziato, con il suo consueto cipiglio, il fatto che il precedente Governo Draghi non ha centrato tutti gli obbiettivi previsti dal PNRR. Da quanto affermato dal Presidente stesso, sarebbero trenta gli obiettivi non realizzati. Allo stesso tempo però occorrerebbe dire che se non ci fosse stata la crisi di governo, probabilmente, il numero degli obiettivi raggiunti sarebbe stato più favorevole.
Non tutti i cittadini sono a conoscenza che la nostra San Vito è stata destinataria, già da diversi mesi ormai, di un importante finanziamento, proveniente proprio da quel PNRR per la realizzazione di un ospedale di comunità (o meglio di una “casa di comunità”).
Certamente ne è a conoscenza la Sindaca e i rappresentanti politici della attuale maggioranza, se così non fosse, per quest’ultimi, sarebbe un fatto gravissimo.
Non mi soffermo, sul complesso e complicato percorso effettuato dalla passata amministrazione per riuscire ad ottenere il suddetto finanziamento (ben due milioni e mezzo di euro che fortunatamente non ricadranno sullo già striminzito bilancio del Comune,
come invece accade per altre strutture analoghe).
Ritengo però necessario indicare alcuni benefici che “La casa di comunità“ potrà portare ai nostri concittadini.
Un primo beneficio sarebbe senz’altro quello di poter usufruire di una presenza medica H24, sette giorni su sette nonché la presenza infermieristica di tipo specialistico 12 ore al giorno, tutti giorni.
Un altro importante beneficio sarebbe quello di non doversi necessariamente recare presso altri paesi per poter godere dei servizi erogati dalle strutture sanitarie come invece accade adesso, costringendo le persone anziane e i disabili a spostarsi di diversi km dalle proprie abitazioni per poter effettuare delle semplici visite mediche.



Sembra quantomeno un controsenso che ci possano essere posizioni di attesa, o ancora peggio, di indifferenza nei confronti di un simile progetto. Tra l’altro, non resta più molto tempo per ratificare il suddetto progetto pena la cancellazione del finanziamento stesso.
Non conosco le motivazioni del ritardo accumulato, se ci sono o meno altre prerogative o altri disegni e se così fosse, buona cosa sarebbe quella di portarli a conoscenza e in maniera trasparente anche della cittadinanza che ne possa prendere piena conoscenza.
Pur sforzandomi non riesco a capire quali potrebbero essere i vantaggi del fallimento di una simile operazione. Tra l’altro trattandosi di un progetto con finalità proprie non ci sono altre alternative.
In qualche maniera poi si dovrà rendere conto, oltre che ai cittadini, anche alla stessa Giorgia Meloni, della mancata utilizzazione dei fondi da parte di una amministrazione del suo stesso colore politico.
In questi mesi ho sperato che almeno in qualche giornale locale fosse venuto fuori un appello a spingere, sensibilizzare e sollecitare gli organi competenti. Anzi si, ne hanno parlato, ma chissà perché in modo incomprensibilmente negativo.
Non senza sorpresa registro anche la indecifrabile “disattenzione “ di alcune associazioni locali che in altre circostanze analoghe sono state molto attive e intraprendenti. Indubbiamente persistono ancora molti pregiudizi discriminanti. Sarebbe oltremodo insopportabile se tutto questo fosse da attribuire ad una, non meglio precisata, strategia politica non sia mai che in qualche modo si possa rischiare di regalare un riconoscimento alla parte politica avversaria quando invece si tratterebbe di instituire un servizio pubblico essenziale che porterebbe beneficio a tutta la comunità.
Lo dico con grande amarezza, niente giustifica il ritardo accumulato, niente giustificherebbe una eventuale e scellerata rinuncia del progetto. Se queste fossero le intenzioni spero fortemente che chiunque abbia responsabilità in merito possa in qualche modo ritrovare nei prossimi giorni un minimo di ragionevolezza.


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